considerazioni semiserie di un conducente di bus ...


20 dicembre 2010

come i pacchi della signora Respighi




Prima di raccontarvi l'aneddoto di oggi, debbo fare la premessa ...
Faccio allora un passo indietro e torno alla mia precedente vita lavorativa.
All'ufficio marketing, operava la signora Respighi (cognome ovviamente di pura fantasia ... vi svelo solo che c'è un'omonimia con un altro grande musicista del passato) che era conosciuta da tutti in azienda, ma che soprattutto terrorizzava tanti colleghi delle spedizioni.
Ogni qualvolta preparava un pacco di depliant e di materiale pubblicitario vario, era sempre la solita storia:
I ragazzi andavano, prendevano in consegna i cartoni e da quel momento erano urla e improperi.

Il fatto è che sembravano tutto sommato ridotti nelle dimensioni ...
Poi quando li afferravi ti chiedevi se dentro ci fosse del piombo o della carta ...
30 KG e rotti in pochi centimetri quadrati appurati di persona ...
(una volta, per dimostrare che non esageravano, me ne fecero "apprezzare" uno ... mollato al volo prima che mi venissero 7 ernie contemporanee)

I pacchi della signora Respighi insomma, erano una specie di marchio di fabbrica su cui, passato il momento critico dello stoccaggio, si ironizzava spesso e volentieri.

Stamattina salgo su un bus da passeggero, in trasferimento.
Il mezzo è pieno e appena si apre la porta, vengo investito dalla conversazione infervorata di una giovane.
Il collega alla guida mi guarda alzando il sopracciglio, conto un trolley e 4 borse sportive (2 piccole e 2 medie) che in pratica ostruiscono quasi totalmente l'entrata.
La donna, lo impareremo dalle telefonate urlate (3 in un tragitto di 20 minuti scarsi) è diretta in sicilia ed è in ansia totale ...
sono le 9 e 05, deve prendere il treno alle 09:23 e ce l'ha con l'interlocutore a cui riattacca la prima chiamata scocciata.
"quanto manca alla stazione ?" mi fa girandosi di scatto
"15, 20 minuti" le rispondo
"non ce la farò mai !!!" è la sua risposta prima di girarsi dalla parte opposta.
Sorrido con il collega che, complice un po' di trambusto in fermata mi ringrazia ...
Chissà perchè, abbiamo già chiaro cosa succederà fino in stazione, della serie;
non ci fossi stato io se la sarebbe dovuta sorbire tutta lui.
Difatti, pochi minuti e suona ancora il cellulare
Altre lamentele poi a bruciapelo ...
"quante fermate alla stazione ?"
rapido conteggio mentale "sono cinque"
"non ce la farò mai !" stavolta rivolto a quello al telefono ...

Per farla breve, da quel momento in poi, la domanda verrà riproposta ad ogni fermata, tanto che cercherò anche di far capire sottilmente alla donna, la pesantezza del quesito ripetuto
("guardi ... direi che manca una fermata in meno di prima") ma la donna non coglierà ...
Un fascio di nervi fino in stazione e quel "non ce la farò mai !" ripetuto sistematicamente.
Ogni tanto l'occhio mi cadeva sull'ammasso di borse, mentre il sospetto iniziava ad insinuarsi.
Difatti, 09:22, il bus è finalmente in prossimità della stazione ...
E la donna sempre a bruciapelo:
"forza, mi deve aiutare ad arrivare al binario"

Forza ?
Mi deve aiutare ?
Mica sono un ferroviere io ...
Poi la cordialità, al solito, l'abbiamo lasciata a casa ?
(vienimi a dire che non ci stava in quelle capienti borse)

Declino gentilmente l'imposizione ...
io dovrei iniziare a lavorare da lì a qualche minuto
(fermo restando che considerata l'aridità ... avrei anche potuto iniziare un ora dopo ma non ci sarebbe stato verso ... eccheccavolo)
L'ansia è alle stelle, sono le 09:24 e il bus arriva in fermata, il treno è praticamente perso ...
Ho la malaugurata idea di acconsentire a "far scendere almeno le borse" (come da testuale richiesta) e non appena afferro il trolley ...
Il pensiero in un attimo corre alla signora Respighi.

Ora, come potevi pensare di arrivare in orario anche se ti aiutavo fino al binario ?
Ma manco con una squadra di facchini a disposizione ...
Solo per spostare sto trolley ci vuole un paranco !!

Rischio nuovamente le vecchie e care 7 ernie in un improvviso tuffo nel passato, ma riesco a posare fuori dal bus "il mostro".
La vedo, impacciata sul marciapiede che si guarda intorno e stavolta è proprio il caso di dirlo.

Un taxi no ?
ti portava sicuramente fin davanti all'entrata e poi chissà ...
magari tagliando per le viuzze secondarie arrivavi pure in tempo ...
mah, al solito, che gente ...
Almeno la signora Respighi era noto cosa mettesse nei suoi pacchi, era solo una questione di logistica confusa e/o azzardata ...
Ma qua, con cosa cavolo viaggiava nelle borse questa ?
(pentole ? stufette ? armadietti smontati ?)
E soprattutto, come avrà fatto ad arrivarci fin lì da sola ?
Non ce la farò mai ! (a capire)

3 commenti:

S ha detto...

ahahaha XD

cambierei il nome del blog in "facchinoXcaso" o anche "bancoinformazioniXcaso" o anche "contatore-automatico-di-fermateXcaso" !!

Skogkatt ha detto...

Che tante donne viaggino con un bagaglio taaaaanto pesante è drammaticamente noto eh...! Ora, con due ernie, non ci casco più, ma ricordo che da ventenne baldanzoso mi azzardai ad aiutare una gran bella figliola ad issare la sua valigia sui ripiani sopra i sedili del treno: beh, ancora un po' e ci rimanevo secco! Avrà avuto un mostro di valigia di almeno 35kg (abbondanti, garantisco!) che ricordo ancora che come issai all'altezza delle spalle mi tolse letteralmente il fiato e se non mi avesse aiutato lei mi ci facevo pure male...

autistaxcaso ha detto...

x S:
avrei dovuto essere pure ansioliticoxcaso:
magari aiutava ;-)))

x Skogkatt:
è curiosa sta cosa, senza fiato per una valigia, quando, dalle premesse, doveva essere la figliola a togliertelo ...
ahahahaah, cmq comprendo benissimo (e avessi dovuto entrare dentro la stazione con il mostro, lo avrei perso anche io, il fiato ...)